DAY AFTER

Partiamo dal post partita di ieri sera, visto che sui social cento persone scrivono cento diverse verità, per sentito dire, per emulazione, per darsi un tono, per avere visibilità.

Cos’è successo? 

Posso dirvi che stamattina me lo sono fatto raccontare da “chi so io”, e mi risulta quanto segue:

Lo sfogo, le urla, fuori controllo, oltre i toni leciti, come sempre, di Max, hanno avuto come bersaglio più soggetti: non uno solo, lo scrivo con la massima certezza.

Con chi ce l’aveva?

1)      Con Yildiz, colpevole di aver gestito male due situazioni, su di tutte l’azione finale, dove anziché obbedire alle direttive di portare il pallone alla bandierina, ha preferito saltare due avversari, conquistando oltretutto la punizione dopo la quale è finito il match. Provo ad immaginare una cosa del genere con Maradona o Platini. Torno a dire: la liberazione è vicina: dal prossimo anno a questi ragazzi verrà insegnato calcio e non solo speculazione, ma su questo punto tornerò dopo.

2)      Con la squadra, che per tradurre in modo rapido il suo pensiero, non può lottare per lo scudetto perché è immatura e non è pronta, per atteggiamenti e scelte in fasi delle partite (a suo parere).

3)      Con la società, che ha scelto in maniera avventata di includere nelle sue considerazioni post gara, anche in risposta alla domanda della giornalista Zille (“Non so quanto conti l’allenatore o quanto conti la società…”), a cui con giri di parole e sensi figurati, attribuisce la colpa di non far nulla per difendere lui e la squadra, inclusi gli episodi arbitrali, dove molto ha avuto da ridire, sentendosi solo.

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Sul match mi soffermo poco, non perché non mi piaccia parlare di campo (anzi) ma per il fatto che le partite (per quella che, sottolineo, è la mia visione personale, senza pretesa che lo sia di tutti) di questa squadra, sotto la sua guida, siano quasi sempre tutte uguali: partenza con ottimi propositi, vantaggio faticoso, corriera da gran turismo parcheggiata negli ultimi 25 metri, sofferenza e apatia fino al fischio finale. 

Prendo in prestito una meravigliosa frase di quel dannato genio che è Mike Fusco: “Li abbiamo chiusi in area”(la nostra), per tutta l’ultima parte di gara, facendo perdere ogni volta anni di vita e salute cardiaca. “C’è a chi piace”, dice qualcuno. Buon per voi. Ho letto e sentito da alcuni (sempre i soliti, che ormai non riescono più nemmeno a difenderlo in modo credibile), che “La Juventus è guarita, erano i risultati a mancare, non il gioco”. Addirittura!

E’ proprio vero che la palla è rotonda ed ognuno la vede come c… gli pare.

Credo che nel 2024 ci meriteremmo qualcosa di più, che veder insegnare ad un diciottenne di rifugiarsi vicino alla bandierina e ripetere: “Calma”, anche quando magari manca un minuto e devi vincere. Il calcio, da come ce l’ha venduta, un giorno “E’ semplice, basta passarla a quelli con la stessa maglia” e l’altro “E’ complicato da spiegare”. Qualcuno lo ha reclamizzato come grande comunicatore. Alla domanda sul perché non riusciamo a vedere una Juventus più costante, ha risposto: “Credo che nel calcio scendono in campo due squadre con due maglie diverse: loro con il colore viola, noi…”. Se questo è comunicare, io ho inventato il motore ad acqua con le pillole ad idrogeno ionizzato (del celebre Squadra antitruffa con Tomas Milian).

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So bene che negli ultimi mesi non ho scritto in pubblico, quindi non è dimostrabile, ma ho continuato ad informare amici con chiacchierate anche quotidiane (vero Paolo? Vero Giuseppe? Vero Mirko? Vero Alessandra? Vero Nick? Vero Domenico? E potrei continuare…). Tra le varie, da mesi dico che siamo vicinissimi a far firmare Felipe Anderson, seguito dalla sorella ed a cui abbiamo fatto una proposta da tempo, senza firmare nulla, per le ragioni spiegate sul post precedente, che non ripeto ed invito a leggere. Di recente ho anche parlato del giovane Leoni, difensore della Samp di proprietà Padova, seguitissimo dai nostri osservatori, che ieri è stato protagonista di un articolo a riguardo su un noto quotidiano: si vede che era una buona dritta, diceva qualcuno…

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Antonio Conte: qui mi si tocca una tasto dolente. Lo sanno tutti che fosse il mio preferito: mi ero speso sugli ultimi post su FB per lui, sperando tornasse. Non sarà così, ho avuto modo di discuterne anche (e non solo) con gli stessi amici, oltre che con conoscenze informate tanto quanto me della stessa questione: nonostante il suo essersi speso urbi et orbi in trasmissioni ed eventi pubblici, è mancato un gesto, che ci si aspettava e non ha fatto. Non è lui che hanno scelto, non per demeriti professionali, dove in my opinion è TOP senza se e senza ma, ma per questioni caratteriali, di ego, di spigoli mai limati, oltre che d’ingombro in una fase in cui, come già scritto sui post, “si vuole rimettere la società sopra le persone, riportando il rispetto di ruoli”. Qualcuno parla di telefonate, di tentativi fatti con lui: a me non risulta. Se l’avessero fatto, Antonio avrebbe accettato immediatamente, senza farne una questione di cifre (semmai di programmi e ambizioni). Quindi a coloro che animano i social con finta consapevolezza e millantando sicurezze che non posseggono, dico che a cose fatte, tra Allegri che per qualcuno rinnovava e Conte già firmato, costoro dovranno essere molto bravi a convincere i loro followers e/o i loro lettori, a perseverare a dar loro retta. C’era un discorso con una parte di chi conta oggi al Milan, che parrebbe essere ormai chiusa, ed un De Laurentiis che da mesi gli fa una corte serrata, stavolta, forse, riuscendoci, con Italiano che anche quest’anno, se così finisse (non ne ho certezza), rimarrebbe col cerino in mano, essendo in parola già dalla scorsa estate. Lo ripeto, per coerenza: chiunque avesse Conte in panca l’anno prossimo, sarebbe un bruttissimo avversario, a prescindere.

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Socio investitore: vedo che torna a circolare ciò che anticipai (vediamo, fatemi ricordare) un anno e mezzo fa (dopo le dimissioni del CDA): “fate attenzione a Jeff Bezos, che in occasione della presentazione di Blue Origin, ha parlato con noi, dopo averlo fatto con Andrea”. Fa piacere. Evidentemente non erano fesserie.

E qui vengo ad un tema delicato: ne ho parlato ad un evento, diciamo… social; ne ho parlato sui post passati; l’ho fatto in questi mesi con amici; lo ribadisco qui, oggi, ripetendo ciò che scrissi per l’aumento di capitale, che tutti smentivano (prendendomi insulti) e poi avvenne: mi risulta si stia pianificando da tempo di cedere la società, in modo molto graduale.

Il recente aumento di capitale, lo dico nuovamente, deve farvi riflettere, per le cifre, su come si stia procedendo col minimo sindacale necessario, temporeggiando.

Gli steps li ho già spiegati a suo tempo: risanamento; individuazione del socio; delisting; ingresso del socio; coabitazione iniziale con quote ridotte (con sfruttamento del voto maggiorato); progressivo allontanamento e cessione.

Il calcio è un lusso che l’attuale proprietà non intende più assecondare come un tempo. Così mi risulta da almeno un anno. Se non fosse stato per Andrea, non avremmo avuto nemmeno quel nome industriale sulla maglia, così ben pagata, a seguito di “scontri interni”. Vai a far capire a certe figure, anche coloro che non ci sono più, che macchine agricole assortite non fossero il partner idoneo da accoppiare ad un club di calcio. Me lo immagino, il proprietario terriero, che guardando la squadra dicesse: “Adesso acquisto una mieti-trebbia”… 

L’accordo con VW, strappato in extremis, ammesso da Andrea nell’ultima assemblea, fu di certo un azzardo imperdonabile, ma necessario a far investire e credere nel club, che fino ad allora prendeva due spicci da panettoni e betting (che ringraziamo per la partecipazione, ma ci serviva di più, a livello, di moneta).

La Juventus sarà sempre comunque in ottime mani, quando arriverà quel momento, su questo voglio essere molto chiaro. Servirà tempo, quindi munitevi di pazienza. Il mondo cambia, il business cambia, le persone cambiano e cambiano i loro gusti: per qualcuno la Juventus è amore e piacere, per altri è un lussuoso onere.

Tutti i grandi investimenti sono diretti all’estero, con spostamento di processi produttivi ed interessi, oltre a quotazioni (…) e ciò che rimane in Italia sarà sempre più orientato su business nuovi e/o diversi dal passato, si veda l’healthcare con Lifenet. Oppure il nuovo asset strategico Lingotto, con un nostro ex CFO oggi figura rilevante.

Ultima cosa. Chiedo a tutti coloro che mi leggono di far sapere ad amici e conoscenti dei social che frequentano, che ho aperto questo blog. Non riuscii ad avvisare della chiusura pagina FB all’epoca, così come non riesco ad arrivare a tutti oggi, visto che non godo di appoggio social o pubblicità, e c’è troppa gente che vorrebbe leggermi ma non sa di questo spazio.

Fate la gentilezza di far circolare e passare parola, con tutti i mezzi che avete.

Il link lo ricavate dalla barra indirizzi di questo sito web (se così possiamo chiamarlo), ma lo posto qui in ogni caso: http://christianbelli100x100juventus.blogspot.com/

Fate copia/incolla. Semplice e gratuito. Non vi chiedo altro, se non educazione e rispetto, come sempre ho fatto.

 

Cordialità.